Il contratto di pronti contro termine (per praticità, PCT) è un’operazione attraverso la quale l’istituto di credito vende al cliente una quantità predeterminata di strumenti finanziari (l’operazione a pronti) impegnandosi a riacquistare la stessa quantità a una data e a condizioni di prezzo stabilite nella sottoscrizione originaria (l’operazione a termine). Il cliente verserà alla banca il prezzo riferito al controvalore dei titoli acquistati, ottenendo, al termine della transazione, un compenso maggiorato di un tasso di rendimento predeterminato.
Ma quali sono le differenze, nell’ottica dell’investitore, tra un investimento in conto deposito e quello in PCT ? Ecco alcuni punti fondamentali, che vi invitiamo a considerare nella valutazione dell’alternativo impiego.
Rischi
L’investimento nel conto deposito è assoggettato a scarsi rischi, in quanto il versamento – entro la soglia dei 100.000 euro – sarà adeguatamente tutelato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi. Ulteriori rischi sono legati invece ai termini valutari (nell’ipotesi di investimento in conto deposito non in euro) e all’eventualità di vincolarsi a un rendimento inferiore alle alternative di mercato.
Per quanto riguarda l’investimento in PCT, invece, due sono i principali rischi aggiuntivi
Rischio emittente: è il rischio legato all’eventuale default dell’emittente degli strumenti finanziari che costituiscono oggetto dell’operazione di PCT. Il rischio è tuttavia a carico della banca non dell’utente, in quanto è la banca che nel contratto di PCT si obbliga a riacquistare i titoli oggetto dell’operazione a termine;
Rischio controparte: è il rischio legato all’inadempimento della banca, che non riesce a riacquistare a termine i titoli oggetti di contratto. In questa ipotesi al cliente rimane comunque la titolarità degli strumenti finanziari, che possono essere rivenduti sul mercato con il rischio di un introito inferiore rispetto al controvalore prestabilito.
Rendimento
Il rendimento del conto deposito, libero e vincolato, è di norma fisso e prestabilito al momento dell’accensione del rapporto. Per quanto riguarda i PCT, il rendimento è altrettanto predeterminato, e pari alla differenza tra il prezzo pattuito nell’operazione a pronti, e quello pattuito nell’operazione a termine. Al rendimento così ottenuto occorrerà detrarre una commissione fissa, di norma inferiore a 10 euro, a titolo di istruttoria della transazione.