La guida persegue lo scopo di spiegare, nel modo più semplice possibile, come vengono effettuate le registrazioni relative ai “fatti contabili” di un’impresa attraverso il metodo della “partita doppia”. Esso è il metodo maggiormente utilizzato nella contabilità ed è considerato uno “scoglio” per molti studenti di ragioneria.
Per registrare un fatto economico o finanziario attraverso la partita doppia, devi innanzitutto disegnare una grossa “T”; la sezione sinistra di questa “T” viene nominata “dare”, mentre la destra “avere”. E’ molto importante tenere a mente che i termini utilizzati, “dare” e “avere”, sono dei semplici nomi che vengono date alle due sezioni della partita doppia e nulla hanno a che fare con il significato che essi hanno nel linguaggio comune. Infatti, attribuendo il significato semantico ad essi, potresti incorrere in errori durante la registrazione di un “fatto”.
I fatti di gestione sono esaminati sotto un duplice profilo
-quello “finanziario”, relativo ad entrate ed uscite di denaro in cassa e ad incrementi o decrementi di debiti e crediti
-quello “economico”, relativo a variazioni di costi e ricavi e a variazioni di capitale netto. I conti finanziari possono consistere in: variazioni finanziarie attive e variazioni finanziarie passive. Le variazioni finanziarie attive consistono in entrate di cassa, aumenti di crediti e diminuzione di debiti; essi vanno registrate nella sezione “DARE” (quindi a sinistra della “T”).
Le variazioni finanziarie passive consistono in uscite di cassa, diminuzione di crediti, aumenti di debiti; esse vanno registrate nella sezione “AVERE”(quindi a destra della “T”). Per quanto riguarda i conti economici, essi possono consistere in variazioni economiche positive ai ricavi) o in variazioni economiche negative (relative acosti). Le variazioni economiche positive vanno in “AVERE”, quelle negative vanno in “DARE”.
Principio fondamentale in contabilità è quello secondo il quale ogni fatto di gestione genera contemporaneamente una variazione di “DARE” ed una di “AVERE” in modo tale che la somma di tutte le attività deve essere uguale alla somma di tutte le passività il capitale netto. Per esempio, se un imprenditore acquista della merce per 100€, egli avrà sì una spesa pari a 100€ che determinerà una diminuzione della “cassa” (e quindi è una passività), ma nello stesso tempo, la merce che verrà acquistata e che verrà messa in magazzino in attesa di essere venduta rappresenta un’attività per 100€ (lo stesso valore pagato dall’imprenditore per acquistare la merce). Quindi avremo una variazione nelle attività ed una nelle passività.
Procediamo ora con un esempio: l’imprenditore X acquista 1000€ di merce (non paga subito la merce, quindi sorge un debito nei confronti dei fornitori); successivamente paga i fornitori. Rivende infine la merce per 2000€ (in questo caso supponiamo che gli acquirenti paghino immediatamente ed in contanti). Riportiamo queste tre semplici operazioni in partita doppia (lasciando perdere qualsiasi riferimento temporale).
La prima operazione comporta due eventi, uno che interessa le attività ed uno che interessa le passività: la merce, del valore di1000€, rappresenta un’attività per l’imprenditore che va inserita in DARE, conseguentemente, l’imprenditore ha acceso un debito di 1000€(che consiste ad una variazione finanziaria passiva) che quindi va in AVERE. Avremo una posta di 1000€ in “dare” (rappresentata dalla merce)ed una dello stesso valore in avere (rappresentata dal debito).
La seconda operazione si divide anch’essa in due “fatti”: 1. una diminuzione di cassa dovuta all’esborso dei 1000€ (che quindi va in AVERE); 2. una diminuzione del debito (che viene completamente saldato)che quindi va in DARE. La terza operazione comporta da una parte l’aumento della cassa di 2000€ (e quindi va in DARE) e dall’altra una diminuzione della merce in magazzino (del valore di 1000€) che va in AVERE.
Molto semplice.