Nello scorso appuntamento abbiamo analizzato i primi due punti dell’acronimo usato da O’Neil. Questa settimana ci occuperemo della seconda parte della sigla C.A.N.S.L.I.M.
N: sta per “new”, che significa nuovo. Non importa quale sia la novità (un prodotto, un nuovo management, un cambiamento significativo del settore, il prezzo che ha raggiunto il nuovo massimo), l’importante è che vi sia un elemento nuovo (O’Neil dimostra nel suo studio la forte correlazione tra elemento di novità e performance di un titolo).
O’Neil ritiene che un titolo abbia bisogno di un catalizzatore per iniziare a crescere di prezzo. Nel suo studio sulle azioni vincenti ha scoperto che il 95% dei titoli vincenti ha una sorta di spinta fondamentale per spingere l’azienda oltre le concorrenti. Questo catalizzatore può essere un nuovo prodotto o servizio, un nuovo management dopo un periodo di performance senza lustro, o anche un cambiamento strutturale nel settore di appartenenza, come per esempio una nuova tecnologia.
Questi fattori, altamente qualitativi, non sono catturabili da un filtro molto facilmente. Tuttavia è possibile studiare le aziende che passano i primi due filtri per vedere se esiste una sorta di catalizzatore.
Una seconda considerazione sulla quale O’Neil si ferma molto è che gli investitori dovrebbero cercare aziende che mostrano forti movimenti di prezzo verso l’alto. O’Neil sostiene che le azioni che sembrano troppo apprezzate e rischiose spesso crescono ancora di più mentre le azioni che sembrano un buon affare sono in realtà destinate a crollare maggiormente. È quindi utile selezionare quelle azioni che stanno registrando dei nuovi massimi e che sono destinate ad avere prospettive di crescita anche dei volumi. Un titolo che registra un nuovo massimo dopo aver passato un periodo di correzione dei prezzi e di consolidamento è particolarmente interessante. O’Neil ritiene che un investitore deciso dovrebbe avere venduto da tempo un titolo, prima che questo possa registrare nuovi minimi.
Nel suo quotidiano, Investor’s Business Daily, O’Neil raccoglie quei titoli che hanno valori compresi in un intorno del 10% del loro massimo delle ultime 52 settimane e questo è uno dei filtri usati anche nel libro. Questo permette di non scegliere un buon numero di aziende che risulta essere meno interessante. Il numero di aziende che passerà questo filtro varierà a seconda del ciclo di mercato in cui ci troviamo. Molte aziende possano passare questa selezione in un periodo di forte crescita economica, mentre il numero si riduce quando si è in una fase di mercato orso.
S= Supply and demand: la piccola capitalizzazione più la domanda di volumi
Nel momento in cui il catalizzatore inizia a spingere verso l’alto il prezzo di un titolo, quelle aziende con un flottante inferiore crescono più velocemente delle aziende a elevata capitalizzazione.
Nel suo studio sulle azioni vincenti, O’Neil ha scoperto che il 95% delle azioni vincenti aveva meno di 25 milioni di azioni in circolazione, mentre la mediana per il gruppo era di 4,6 milioni.
O’Neil raccomanda di guardare al vero “flottante” dell’azione, cioè al numero di azioni realmente nelle mani del pubblico – determinato sottraendo il numero di azioni detenuto dal management dal numero di azioni in circolazione. A questo punto di possono selezionare le azioni con flottante uguale o inferiore a 25 milioni di azioni. Se usato da solo, questo criterio si è dimostrato essere uno dei filtri più restrittivi.
William O’Neil ritiene anche che il buyback, che riduce il numero di azioni in circolazione, sia positivo, perché riduce l’offerta delle azioni a disposizione del pubblico e fa crescere gli utili per azione.