Questa settimana parliamo di coworking. L’argomento è attualissimo e si presta a studi, riflessioni e aggiornamenti continui.
Il coworking nasce quando professionisti con competenze diverse decidono di condividere spazi e strumenti di lavoro per sperimentare, consapevolmente o inconsapevolmente, un nuovo modello professionale basato sullo scambio e sulla collaborazione.
La nascita del termine si fa risalire al 2005, quando il programmatore Brand Neuberg decise di mettersi in proprio lasciando il suo impiego in una multinazionale e di condividere uno spazio per rendere più stimolante il proprio lavoro. Scrisse nel suo blog: “Questa è la prima settimana di coworking (ambiente di lavoro condiviso), un progetto su cui sto lavorando“. Così nacque Spiral Muse, uno spazio di lavoro in comune per i freelance (con otto scrivanie, una cucina, una stanza per meditazione e massaggi) che ebbe però vita breve: dopo solo un anno lo spazio chiuse. Ma il coworking nel frattempo aveva iniziato a diffondersi facendosimotore propulsivo di iniziative e business innovativi nati dalla collaborazione e dalla creatività, frutto di legami professionali sbocciati in ambienti di lavoro condivisi e ben organizzati, progettati ad hoc.
Il fenomeno è ormai diffuso su larga scala, diventando anche una formula di lotta agli sprechi in tempi di crisi: questo modello sostenibile permette, infatti, di risparmiare sulle spese tradizionali di mantenimento di un ufficio.