Al termine di questo post saprai rispondere alla domanda di partenza e comprenderai perché un portafoglio ‘sicuro’ può superare il 20% di quota investita in azioni.
“Volevo fare un investimento prudente, così mi sono imposto il limite del 20% di azioni”. Questo è ciò che pensavo prima di studiare il problema in modo scientifico ed arrivare alla determinazione della formula di Saver. Poi ho scoperto che non esiste una soluzione univoca ad un problema tanto delicato. Ma andiamo con ordine.
Quando un portafoglio di azioni può essere considerato “prudente”?
Sei in banca, seduto alla scrivania di un elegante salottino davanti al tuo consulente. State discutendo della migliore strategia per investire il tuo portafoglio e tu gli esprimi i tuoi obiettivi. Gli dici che vuoi un investimento prudente, che non ti faccia guadagnare cifre folli ma nemmeno perdere.
Forse ti è già capitato, o forse no, ma di certo la risposta che otterrai è un numero percentuale che esprime il peso massimo delle azioni sul totale complessivo dei tuoi risparmi.
Ti dico, da insider, che quel numero è un dato standard. Proprio lo stesso che ha ricevuto il cliente prima di te. Così anche tu sei convinto che esistano delle percentuali che indicano il grado rischio del tuo portafoglio, vero? Ebbene, sappi che non è così.
La maggiore o minore rischiosità di un investimento non è un dato oggettivo ma varia sulla base di tre parametri:
il tasso di rendimento che otterrai sulla parte obbligazionaria dei tuoi impieghi
la perdita massima che sei disposto ad accettare prima di chiudere la posizione
il tempo che hai a disposizione.
Ecco quando il 20% di azioni è eccessivo
Se sei disposto a tollerare il 40% di perdita massima in borsa, hai un ottica temporale di 3 anni ed i tassi sono al 2% netto, il 20% in azioni è troppo pericoloso per il tuo portafoglio. Per dimostrartelo è sufficiente immaginare che cosa accadrebbe se i mercati azionari perdessero il 40%. Tu liquideresti la posizione, giusto?
E la perdita totale ammonterebbe al 40% del 20% ossia l’8% non recuperabile con gli interessi prodotti dal restante 80% dei tuoi soldi investiti al 2% netto. In questa situazione, un po’ estrema lo ammetto, la soglia di azioni deve essere ben più bassa.
Un portafoglio è prudente con il 40% di azioni
Ti mostro un altro esempio. Immagina di aver investito il 40% dei tuoi soldi in borsa. Sei una persona prudente e decidi di accettare una perdita massima del 20% raggiunta la quale disinvesti tutto. I tassi sono sempre al 2% netto e tu hai 10 anni a disposizione al termine dei quali vuoi preservare il tuo capitale in termini nominali.
In questa situazione, se anche la perdita raggiungesse il 20%, il danno complessivo ammonterebbe al 20% del 40% di azioni, giusto? Perfetto. Ma in 10 anni, il restante 60% del portafoglio complessivo impiegato in obbligazioni sicure, ti darà ben di più di ciò che hai perso. Questo è un caso contro-intuitivo, nel quale una porzione significativa di azioni non compromette l’impostazione prudente dell’investimento.