Quando si parla di obbligazioni strutturate, prodotti finanziari decisamente sofisticati, non bisogna essere tratti in inganno dal termine “obbligazioni”: infatti esse sono essenzialmente dei titoli di credito a cui è abbinata un’opzione. Esaminiamo ora quelle obbligazioni strutturate dai nomi più inverosimili: ad esempio, è possibile avere a che fare con i drop-lock bond, gli index-linked bond ecc. Sono strumenti adatti più che altro ad un investitore maturo che abbia dimestichezza con l’alta finanza, ma devono essere conosciuti da tutti soprattutto per le opportunità di guadagno che possono offrire.
Titoli step up e step down
Le obbligazioni step up e step down, relativamente a cui è possibile vedere questa guida sul sito Leobbligazioni.com, sono dei titoli a tasso fisso in cui i flussi cedolari non sono costanti nel tempo ma sono rispettivamente crescenti oppure decrescenti. Il vantaggio che possono apportare le obbligazioni step up è quello di avere una cedola crescente che di norma si adatta meglio all’andamento rialzista dei rendimenti. Per quanto invece riguarda i titoli step down, invece, avviene esattamente l’andamento inverso. È comunque necessario tenere presente che, essendo titoli a tasso fisso, i prezzi di questo tipo di obbligazioni ne beneficiano in fase di calo dei rendimenti, mentre sono penalizzati in caso di rialzo dei rendimenti.
Obbligazioni claw-back
Il sottoscrittore statunitense e, più in generale, l’investitore in dollari, ha avuto in tempi non lontani la possibilità di sperimentare l’introduzione di nuove opzioni inserite nei collocamenti di obbligazioni corporate. In questo caso si tratta di opzioni che vengono definite claw-back call, andando ad utilizzare l’espressione gergale finanziaria che è stata coniata a Wall Street e che è intraducibile in italiano con un’espressione equivalente, le quali danno l’opportunità agli emittenti di richiamare parte dell’ammontare emesso nel caso di una raccolta di liquidità più conveniente sul mercato azionario.
Di che cosa si tratta
Il richiamo dei titoli è un’opzione largamente diffusa in tutte le tipologie di emissioni obbligazionarie ed è descritta nei prospetti che ne accompagnano il lancio. Essa permette all’emittente di ricomprare quota parte dei titoli, normalmente al loro valore facciale, quando, durante la vita del titolo, preveda di poter effettuare una raccolta a un costo inferiore. Molte delle emissioni obbligazionarie di corporate americane tendono a proteggere il sottoscrittore per i primi cinque o sette anni contro il richiamo dei titoli, ma generalmente gli emittenti si attribuiscono la facoltà, una volta terminato questo periodo, di richiamare i titoli contestualmente al lancio di un collocamento a cedola inferiore. Il claw-back si differenzia dai normali richiami di titoli, in quanto esso autorizza l’emittente corporate a restituire parte della liquidità raccolta con la precedente emissione solo nel caso in cui sia maggiormente conveniente la raccolta sul mercato azionario. Ciò può avvenire in una situazione di mercato azionario in ascesa, ma anche più particolarmente se è migliorata sul mercato la credibilità dell’organizzazione corporate, tale da permetterle di effettuare aumenti di capitale con la sicurezza di un collocamento pubblico delle proprie azioni, e sfruttare quindi questa fonte di finanziamento per le proprie attività di sviluppo senza avere l’obbligo di pagare cedole.
Le obbligazioni CMS
Nelle strutture CMS, termine derivante dalla sigla Constant Maturity Swap, ad indicare che i tassi di riferimento rimangono quelli espressi per una determinata durata, l’ammontare della cedola è legata ai tassi swap a lungo termine, per una quota che in genere è compresa tra l’80% e il 100%; queste strutture sono indicate quindi per chi a lungo termine si aspetta un incremento dei tassi di interesse. L’interesse degli investitori per tale prodotto va prima di tutto individuato nella necessità di immunizzarsi dal rialzo dei rendimenti a lungo termine e, nello stesso tempo, la presenza nella maggior parte dei casi di un minimo garantito di rendimento, consente di offrire comunque una minima redditività dell’investimento, nell’ipotesi in cui prevalga una situazione contraria, cioè il calo dei tassi a lungo termine. questi titolo hanno in genere una durata compresa tra i dieci e i venti anni e presentano una scarsa liquidità che non facilita la negoziabilità sul mercato secondario.
I cat bond
In questa tipologia di obbligazioni strutturate, l’opzione che di norma lega le cedole non viene esercitata né dall’emittente né dal sottoscrittore, ma è subordinata all’insorgere di un determinato evento meteorologico che possa produrre danni superiori a un certo limite. Il comparto del mercato delle obbligazioni strutturate basato sul rischio di calamità naturali è abbastanza consolidato soprattutto negli Stati Uniti come una asset class di titoli ad alto rendimento che interessano sempre di più un numero maggiore di sottoscrittori. I sottoscrittori rischiano di perdere parzialmente o totalmente l’ammontare delle cedole e del rimborso alla scadenza del loro investimento secondo le variegate proposte degli emittenti, e proprio per questo motivo richiedono che il comparto acquisisca le caratteristiche di quello dei titoli ad alto rendimento emessi da corporate industriali, equiparando in tal modo il rischio della calamità naturale al rischio della calamità aziendale che si configura in ultima analisi nell’insolvenza. Sempre più questo comparto ha visto aumentare la presenza di strumenti finanziari legati ad eventi non catastrofici (pioggia, vento…), ma anche andamenti climatici che possono alterare i conti economici di aziende agricole e organizzazioni industriali legate in qualche modo alla meteorologia, come ad esempio le aziende legate al turismo.